Cara Silvia, le scrivo questa lettera principalmente in qualità di donna che vive una relazione profonda post matrimoniale e come madre di due figli quasi adolescenti. Ecco, io sento che ho raggiunto la capacità di trovare la felicità affettiva solo dopo i quarant’anni e per questo ho fatto molta fatica. Allora mi chiedo se questo sia quello che anche i miei figli dovranno vivere, o se invece posso suggerire loro delle scorciatoie per non rifare, specialmente nella ricerca del partner, i miei errori. A volte mi sembra infatti che certe cose non si debbano solo dire, ma soprattutto mostrare. Il fatto è che ogni giorno sentiamo di donne maltrattate dagli uomini fino a morirne, continuiamo a vedere festival e programmi tv guidati dai maschi e leggiamo che le donne guadagnano meno degli uomini, nella vita lavorativa. Si tratta di forme di maltrattamento, anche se non sempre diretto. Le chiedo: io posso mostrare ai miei figli come scegliere un partner che li rispetti, dico almeno tra le pareti domestiche, a prescindere dal genere di appartenenza, in modo che il mio esempio spicchi in modo chiaro e distinto tra gli altri che arrivano loro dai media? Per esempio: serve far loro leggere i romanzi sentimentali? E’ utile l’insegnamento religioso? Sarebbe utile fare esperienze di volontariato?
Insomma: cè un modo per insegnare ad essere amati?
Rosetta
Carissima,
il tuo timore per le scelte sentimentali dei tuoi figli è perfettamente comprensibile ma io ritengo che “historia magistra vitae” sia un motto fantastico, utopistico, che non funziona con gli Stati (che continuano a farsi guerra) e non funziona fra genitori e figli. L’esempio è di certo ciò che di più utile possiamo dare ai nostri figli ma non si può pretendere che lo seguano, tanto più per un tema così delicato come quello della scelta del partner.
Posso solo dirti di non ostacolare eventuali relazioni che tu ritieni non adatte perché otterresti un duplice effetto negativo: in primo luogo rischi che i tuoi figli se la prendano con te e magari coltivino un sentimento non dico d’odio ma quasi; in secondo luogo rischi di ottenere l’effetto opposto, cioè che i tuoi figli si leghino ancora di più alla persona sbagliata.
Io ritengo che, ad una certa età, soprattutto in amore, si debba essere liberi di scegliere, ma devi stare tranquilla: se hanno incontrato veramente la persona sbagliata, saranno i tuoi figli stessi a rendersene conto o prima o dopo.
Per quando riguarda il leggere romanzi sentimentali io eviterei, sono tutti pieni di tradimenti e sotterfugi o, al contrario, di situazioni idealizzate che allontanano dalla realtà.
Il volontariato, invece, è un’attività che serve sempre, aiuta a stimolare l’empatia e riesce veramente a far maturare chi lo fa.
L’insegnamento religioso è utile solo se alla base c’è la vera fede (quella si, che è utile), altrimenti sarebbe un’altra attività noiosa e inconcludente.
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