Happy Time

Il profumo, di Patrick Suskind

13 Gen , 2022  

Se dovessi cercare di convincervi a leggere questo libro con una singola citazione sarebbe la seguente:

“Poiché gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore, davanti alla bellezza, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi al profumo. Poiché il profumo è fratello del respiro. Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell’apparenza, del sentimento e della volontà. Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo, essa penetra in noi come l’aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente, non c’è modo di opporvisi. 

Colui che dominava gli odori, dominava il cuore degli uomini.”

 

Questo libro narra di un uomo vissuto nel ‘700: Jean-Baptiste Grenouille.

La sua storia non trova posto tra i più celebri mostri dell’epoca proprio per via del mondo che egli domina, ossia il fugace regno degli odori.

I suoi primi momenti di vita sembrano intrisi di disgrazie che tuttavia vengono narrate come fossero trascurabili e di poca importanza, tale è la consueta sofferenza del tempo. 

La minuziosa descrizione dei modi di vivere, dei costumi, delle abitudini sociali e in particolare modo del nauseabondo miasma del diciottesimo secolo causa quasi repulsione, anche le persone stesse sembrano influenzate dal fetore che inspirano. Il protagonista è il riflesso di questo malcontento, fin da subito si rivela privo di una vera personalità, privo di obiettivi da perseguire. Possiamo inoltre capirlo dal fatto che nel libro lui non disponga di un aroma personale, difatti è del tutto sprovvisto di odore e ciò provoca un’inspiegabile diffidenza nelle persone in cui si imbatte, considerato da tutti la prole del diavolo persino in tenera età.

Fin da subito fa uso della sua peculiare capacità: il suo olfatto molto sviluppato. Egli riesce a muoversi nel buio seguendo solo il suo naso, è abile nel riconoscere i composti di un profumo complesso con il solo uso del suo fiuto. Grazie a ciò ci si immerge totalmente nell’atmosfera del secolo in questione da un punto di vista innovativo: quello degli odori.

Seppur le numerose briciole e metafore che vengono lasciate lungo la narrazione per intuire il nucleo del nostro protagonista, egli rimane ambiguo ed enigmatico. Messe da parte le apparenze e la prima impressione che l’innocente Grenouille potrebbe dare, in realtà è dotato di una velata arguzia che nessuno riesce a cogliere. Capace di azioni disumane per il suo obiettivo, ossia il conseguente sacrificio di animali e omicidi brutali in nome della sua causa. Col tempo riesce ad acquisire un’esperta pratica della menzogna e grazie ad un profumo di sua invenzione fu in grado di confondersi tra gli esseri umani. Questo primo profumo “umano” che riuscì a creare ebbe ingredienti particolari tra cui: aceto, formaggio e le feci di un gatto. A mio modesto parere pensare che simili ingredienti costituiscano l’odore di un essere umano medio è una scelta azzeccata.

Così in seguito decide di voler estrarre la vera essenza di un uomo. Desiderava appropriarsi dell’odore degli uomini, che lui stesso non possedeva. Ciononostante strappare l’anima ad un uomo non risulta così semplice e Grenouille non si farà scrupoli per assistere alla riuscita del suo esperimento su cui basa tutte le sue aspettative di vita, tanto da diventarne ossessionato. Difatti ad un certo punto della storia si convincerà di essere lui il vero dio degli odori, ed assorbito dalla sua mania di grandezza, Grenouille si lascerà trasportare da questa smania ed impulsività. Tuttavia il suo sogno riscontrerà ingenti problemi.

Alla fin fine l’intero percorso di vita del protagonista non sembra quindi condurre a nulla, i suoi sforzi risultano vani anche dopo aver portato a termine il bramato proposito. 

Mentre ci addentriamo nella parte finale, il tutto sfocia in una follia di massa quasi inverosimile ed assurda causata da una semplice goccia di profumo, ossia il prodotto ultimato dalla “prole del diavolo”.

Il finale pare voler lasciare a bocca asciutta il lettore, immettendo in noi un senso di vuoto e arrendevolezza nei confronti della vita, ed in particolare modo nei confronti di Grenouille, perché lui stesso sembra non trarre piacere dalle sue conquiste raggiunte.

Mi fermo qui per non rivelare troppo dell’esito del libro che può risultare inaspettato ed un pizzico non in linea con l’andamento generale della narrazione ma nel complesso significativo.

In definitiva il racconto, a tratti macabro, potrebbe essere anche interpretato come un’allegoria, una grande metafora, il cui scopo sarebbe quello di spingerci ad andare oltre le apparenze e non soffermarci sull’esteriore. L’essere umano viene messo a nudo in modo da risultare quasi disgustoso e passano in rilievo pensieri ed azioni che nessuno oserebbe confessare. 

Il profumo racchiude l’essenza vera e propria di una persona o un oggetto e influenza inconsciamente il nostro modo di vivere e di relazionarci.

 

di  Sofia Esposto

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