Oltre Confine

Anche “Desti & Onesti” al flash mob di Piazza Roma. “Riforma Renzi? Una sòla, vogliamo la nostra scuola!”

7 Mag , 2015  

Cinque maggio 2015. Ore 12. Una sveglia suona a mo’ di campanella, si alzano dei palloncini e i volti sono coperti da un foglio bianco. Un trillo speciale, quello che rompe il silenzio anomalo della centralissima piazza Roma, ad Ancona. Perché dà il via al flash mob ideato e organizzato da un gruppetto di docenti statali della città, pronti a difendere con le unghie e con i denti la Scuola pubblica, ritenuta dai partecipanti alla manifestazione fortemente minacciata dalla riforma Renzi della cosiddetta “Buona scuola”.

“Una scuola per nulla buona”, sostiene il fronte della pacifica contestazione, che contrappone al modello di innovazioni contenuto nel Disegno Di Legge (DDL) promosso dal capo del Governo e dalla ministra Stefania Giannini, “la nostra scuola”. Ovvero un sistema di istruzione che veda protagonisti, al centro, studenti, professori e personale Ata, dotati di un vero potere decisionale. Insomma, al contrario di quella in stile “renziano”, una scuola pubblica riformata in modo davvero democratico, condivisa, libera, capace di tutelare fino in fondo i suoi operatori, di rinnovare i contratti, di escludere la mobilità forzata dei docenti, di stabilizzare tutti i precari (e non solo una parte) nel rispetto delle graduatorie.

Il flash mob è andato in scena ad Ancona, come in molte altre città italiane, mentre a Roma si svolgeva la grande manifestazione contro la riforma lanciata dai sindacati. Circa in 200 hanno risposto all’appello rimbalzato grazie al tam tam frutto dell’evento creato su Facebook.

Prof, genitori, studenti e alunni di molti istituti di ogni ordine e grado della provincia dorica si sono messi in cerchio al centro della piazza, hanno alzato con una mano un palloncino con su scritta una frase a difesa della scuola pubblica (“Libertà d’insegnamento”, “No precariato”, “La buona scuola siamo noi”, “Io sto con la maestra”, “Democrazia”, per fare alcuni esempi) mentre con l’altra mano tenevano un foglio bianco davanti al volto, a rappresentare simbolicamente una riforma vuota, l’identità di una scuola che fino ad ora si è nutrita di valori irrinunciabili e che ora rischia di essere cancellata dal colpo di spugna del DDL. Concluso il flash mob, ragazzi delle superiori, bambini, mamme, insegnanti si son tenuti per mano e hanno dato vita ad allegri girotondi. Sigla finale, le note di “Bella Ciao” e uno slogan corale contro il presidente del Consiglio: “Renzi, Renzi sei ‘na sòla, noi vogliamo la nostra scuola”.

Non è mancata la presenza in piazza di diversi insegnanti ed alunni del nostro Istituto.

Nel mirino della contestazione soprattutto la iper-concentrazione di poteri decisionali nella figura del preside prevista dalla riforma, il quale potrà scegliere i docenti a sua discrezione meritocratica. Così come la grande apertura della scuola pubblica ai finanziamenti privati, che potrebbero condizionare fortemente la libertà di insegnamento e i programmi didattici e generare una discriminazione fra istituti di serie A, più appetibili per sponsorizzazioni ed erogazione di fondi, e di serie B, snobbati da aziende e imprese. La riforma della “Buona scuola”, inoltre, non prende in considerazione il personale Ata, che è sottodimensionato, e non dà garanzie per supplenze adeguate nel settore tecnico-amministrativo. Vengono ignorati del tutto gli studenti, i veri utenti del sistema della pubblica istruzione, i quali – secondo i contestatori – se passa la riforma avranno ancora meno voce in capitolo sul loro presente all’interno delle scuole e meno prospettive per un futuro inserimento nel mondo del lavoro.

di Eleonora Formica

(con la collaborazione del giornalista Giampaolo Milzi, caporedattore di “Desti & Onesti”)

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